Entriamo con questo post in un argomento affine a quello trattato finora – la tutela del lavoro – che ne condivide un aspetto estremamente umano: la fedeltà.
Abbiamo visto come sia necessario rivolgersi al professionista per tutelarsi dall’infedeltà professionale, che investe non solo il rapporto di lavoro subordinato ma anche il rapporto tra soci. Abbiamo scandagliato, documentando con la giurisprudenza, quali aspetti possano ricadere nell’ambito di un mandato con l’investigatore e quali, invece, siano di esclusiva pertinenza dell’imprenditore e della sua organizzazione diretta.
Andiamo allora a vedere cos’è il matrimonio: un patto, un’alleanza, e per alcuni un contratto.
Quante volte abbiamo sentito parlare – sempre più frequentemente – di accordi prematrimoniali, di cause di separazione, di assegni di mantenimento…
Dalla TV alla vita reale, il passo è stato breve!
Ma cos’è allora il matrimonio: una unione. Ineccepibile. Basata su? Sull’amore! Ma certo. Ma l’amore ha bisogno di un progetto comune, condiviso, in cui ognuna delle parti si lega all’altra e le rimane… fedele!
Bang. Ecco la parola magica.
La fedeltà viene elencata, per prima, al secondo comma dell’articolo 143 del codice civile, insieme all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione tra gli obblighi reciproci tra i coniugi.
Sappiamo bene che il legislatore non mette mai le parole a caso, nell’esposizione delle norme: quindi riconosce alla fedeltà coniugale una sorta di prevalenza sugli altri obblighi. Attenzione, non stiamo dicendo che sia superiore agli altri, però è un sentimento molto profondo, e il tradimento non si perdona praticamente mai.
Il termine fedeltà inteso dal legislatore non ammette deroghe, importando, in caso di violazione, anche la perdita al diritto all’assegno di mantenimento o, addirittura il ribaltamento dell’onere.
Cosa vuol dire?
La sentenza della Cassazione n. 10823 del 26 maggio 2016, ha attribuito l’onere dell’assegno di mantenimento ad una donna che, a causa della propria infedeltà, aveva causato la crisi coniugale.
Ma come fare? Mettersi a giocare a fare il detective è sempre sconsigliato.
La vera alternativa è quella di affidarsi ad un professionista discreto, che utilizzi personale affidabile, preparato anche a gestire situazioni critiche, con una dotazione tecnologica adeguata ai nostri tempi, in grado di documentare efficacemente quanto i suoi occhi vedono e le orecchie sentono.
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