
Un datore di lavoro può rivolgersi ad un’agenzia investigativa per accertare le ragioni del mancato svolgimento dell’attività lavorativa del dipendente. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, mediante la sentenza n. 8373/2018. Il caso riguarda un agente assicurativo, licenziato poiché la società per cui lavorava, per il tramite di un’attività investigativa, aveva documentato il mancato rispetto dell’orario di lavoro e lo svolgimento di altre attività al di fuori dell’ufficio, proprio durante le ore lavorative. Il lavoratore aveva impugnato la sentenza con cui i Giudici d’appello avevano rigettato la sua domanda, per ottenere l’annullamento del licenziamento e il conseguente reintegro. Ma la Cassazione ha legittimato l’attività svolta dall’agenzia investigativa, che non ha violato gli articoli 2 e 3 dello Statuto dei Lavoratori, come eccepito dal ricorrente, anzitutto perché esercitata in luoghi pubblici, ma anche perché essa era “finalizzata non all’accertamento delle modalità di adempimento dell’obbligazione lavorativa, bensì alla verifica se il dipendente si fosse assentato, senza giustificato motivo o permesso, dal luogo di lavoro”. Il lavoratore, dunque, non solo è stato licenziato per giusta causa, ma anche condannato al pagamento delle spese processuali.